LA SPEZIA – Come annunciato e da noi pubblicato ieri le Federazioni aderenti a UNATRAS, hanno giudicato insufficienti le indicazioni sui possibili interventi presentati nell’incontro di martedì sera al Ministero dei Trasporti ma osservano, è finito il tempo degli annunci per cui o si pronuncia Draghi o dal 4 aprile sarà fermo nazionale.
“Stiamo seguendo da giorni questa delicata vertenza – commentano Stefano Ciliento, Presidente Confartigianato Trasporti e Stefano Crovara, Presidente Fita Cna – per rappresentare le richieste delle imprese con serietà istituzionale ma senza arretrare.
L’offerta di una riduzione generalizzata di 15 cent non è accettabile. Rifornire un serbatoio di 600 litri di un camion occorrevano tre mesi fa 800 euro: oggi ne servono 1.400 euro. Inoltre, le imprese devono fare i conti con la scarsità di carburante in particolare per l’extrarete”.
“Abbiamo chiesto congiuntamente un credito di imposta del 30% immediato sul gasolio ma soprattutto che si adotti la regola per tutti i settori del trasporto dal container, alle merci varie, al piccolo corriere che vige per gli aerei, cioè che il maggior costo del gasolio sia ribaltato in fattura”.
UNATRAS ritiene quindi necessario un interessamento diretto della Presidenza del Consiglio al fine di individuare le soluzioni possibili che producano un tetto massimo del prezzo dei prodotti energetici, come avvenuto in altri settori produttivi ed energivori. Al momento è stato convocato dal MIMS un ulteriore tavolo di confronto, ma solo provvedimenti concreti potranno evitare che il 4 aprile l’autotrasporto debba effettuare l’azione di fermo proclamata.