Gaeta – Le imprese del sistema mare aumentano, questa in sintesi la fotografia proiettata al Summit Blue Forum Italia Network di Gaeta.
Tra il 2019 ed il 2021, la base imprenditoriale della Blue Economy è cresciuta del 2,8% con un saldo di +6.106 imprese, in controtendenza rispetto alla contrazione del totale dell’economia (-0,4%).
Sono a i dati del Decimo Rapporto sull’Economia del Mare, realizzato da Unioncamere e dal Centro Studi Tagliacarne per la Camera di Commercio di Frosinone Latina, presentato a Gaeta.
Sono invece in calo tre settori della blue Economy: la filiera ittica, quella cantieristica e l’industria delle estrazioni marine.
Andrea Prete, presidente di Unioncamere ha dal canto suo ricordato che “il mare nella sua complessità significa un importante apporto al prodotto interno lordo di questo paese in maniera diretta e soprattutto indiretta e anche un apporto sull’occupazione, soprattutto al Sud”.
Basti ricordare che nel 2020 della pandemia il valore aggiunto dell’economia blu era pari a 51,2 miliardi di euro, in calo del 13,6% rispetto all’anno precedente, e contava 921 mila occupati.
Il primo appuntamento della due giorni è stato con “La Rete istituzionale del mare” introdotta così dal presidente di Assonautica Italiana e della Camera di Commercio di Frosinone Latina, Giovanni Acampora: “L’Europa ci ha lanciato una sfida e noi l’abbiamo raccolta. Siamo qui per questo: passare dall’Economia blu ad un’Economia blu sostenibile per realizzare gli obiettivi ambiziosi del Green Deal di riduzione delle emissioni di carbonio di almeno il 55% entro il 2030 e per conseguire la neutralità climatica entro il 2050″.
“Se voi tutti alzate lo sguardo – ha proseguito – da questa meravigliosa terrazza sul mare, potete scorgere a poche miglia nautiche le isole di Ventotene e Santo Stefano, dove ha preso vita il progetto europeo. Fu proprio a Ventotene che Altiero Spinelli e Ernesto Rossi scrissero, nel 1941, il Manifesto che conteneva i principi fondanti e i valori comuni che hanno ispirato la costruzione della nostra Europa. La loro era una sfida ben più impegnativa e difficile, erano dei visionari e forse oggi lo siamo anche noi”.
E dunque? “Dobbiamo ritrovare la nostra identità marittima e definire la nostra strategia di sviluppo dell’economia del mare. Una strategia che ne valorizzi le diverse componenti. Una strategia su cui dialogare con l’Europa per riaffermare il nostro ruolo centrale economico e non solo geografico. Ed ecco perché siamo qui, per mettere insieme tutti gli utenti del mare proprio come indicato dall’Europa. Dobbiamo partire da questo incontro per connettere sempre di più tutte le realtà, gli eventi, i progetti, le idee degli utenti del mare, in un’unica grande e forte rete che ci conduca verso la transizione ecologica della Blue Economy. E’ arrivato il momento di fare tutti la nostra parte.”
Poi è arrivato il contributo della presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, che ha sposato i principi del Blue Forum: “Come presidente del Parlamento Europeo mi rivolgo a tutti. Avete realizzato una grande occasione di incontro. Dobbiamo collaborare, lavorare insieme, autorità e cittadini, verso una transizione ecologica, per un’economia del Mare sostenibile. Appuntamenti come il Blue Forum sono l’opportunità per farlo. Come si evince anche dal vostro Manifesto questa deve essere la priorità. Il Parlamento Europeo è dalla vostra parte. Buon lavoro a tutti”.