Il Ministro del lavoro a Confartigianato: formazione di qualità vs carenza di personale

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Roma – “Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro è un tema centrale. Ci deve essere uno sforzo comune delle istituzioni e delle parti sociali per promuovere la formazione e gli strumenti della contrattazione per sostenerla, in un mercato del lavoro che sta evolvendo rapidamente”.

Così il Miniustro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, ha risposto alle preoccupazioni espresse da Confartigianato in merito al sempre più grave problema della carenza di manodopera denunciato dalle imprese.

Il confronto  è avvenuto nel corso del convegno ‘Lavoro, giovani e valore dell’intelligenza artigiana’ organizzato a Roma, nell’Auditorium rinnovato della sede Confederale. Al convegno, che ha preceduto i lavori dell’Assemblea privata di Confartigianato, sono intervenuti il Presidente Granelli, il responsabile dell’Ufficio studi di Confartigianato Enrico Quintavalle, il Responsabile Area consumi mercati e welfare del Censis Francesco Maietta, la professoressa Stefania Bandini, docente di Informatica all’Università di Milano-Bicocca.

La delegazione di Confartigianato La Spezia, composta dal Presidente Paolo Figoli e dal direttore Giuseppe Menchelli, ha portato il contributo delle nostre imprese locali, condividendo esperienze e proposte per sostenere e valorizzare il lavoro delle imprese.

Nel suo intervento, la Ministra del Lavoro ha sottolineato: “Crediamo nella formazione, in un connubio importante tra scuola e lavoro, quindi in una collaborazione tra mondo delle imprese e scuola attraverso la formazione professionale“.

“In questo momento – ha aggiunto – abbiamo i posti di lavoro, ma non abbiamo i lavoratori qualificati per quei posti di lavoro. Ci deve essere uno sforzo comune del mondo delle istituzioni, ma anche delle componenti delle parti sociali, associazioni datoriali e sindacati dei dipendenti, per promuovere non soltanto la formazione, ma anche quegli strumenti che la contrattazione ha creato per sostenere la formazione e soprattutto la formazione di qualità, che parla la lingua dell’impresa e di un mercato del lavoro che evolve rapidamente e richiede anche un reskilling delle competenze e quindi una ridefinizione dei percorsi di formazione”.

“Abbiamo riformulato gli istituti di sostegno al reddito e di lotta alla povertà – ha detto ancora la Ministra del Lavoro – con un’attenzione specifica al tema delle politiche attive, al tema della formazione e della riqualificazione, all’accompagnamento al lavoro e ad un lavoro che è necessariamente diverso e che lo sarà sempre più, perché le sollecitazioni sono tante e le transizioni in atto sono altrettante. Soprattutto abbiamo la grande sfida dell’intelligenza artificiale che dovrà essere accompagnata da riflessioni profonde sulle modalità con cui vorremo gestire i rapporti di lavoro in futuro e soprattutto su cosa farà l’uomo e cosa farà la macchina”.

Il Presidente Paolo Figoli ha commentato che “gli imprenditori italiani non temono l’innovazione, anzi, la abbracciano per migliorare l’eccellenza e l’unicità dei loro prodotti, offrendo opportunità lavorative ai giovani e trasmettendo loro competenze essenziali”. Figoli ha sottolineato che “gli artigiani sono pionieri del rinnovamento, pronti ad affrontare le grandi trasformazioni digitali e green, e Confartigianato vuole essere il motore che guida le imprese verso il futuro, nonostante le incertezze dovute alle crisi internazionali”. Ha poi richiamato l’attenzione sull’importanza della cultura imprenditoriale per mantenere competitiva l’economia italiana, garantendo benessere diffuso e coesione sociale. E ha sottolineato la necessità di insegnare e sostenere l’autoimprenditorialità, il passaggio generazionale, e combattere l’abusivismo, garantendo trasparenza nelle attività. “I giovani – ha detto il Presidente di Confartigianato – sono un elemento chiave per il futuro della piccola impresa. C’è spazio per i giovani talenti, per sperimentare e mettere a frutto nuove idee. Tuttavia, esiste un problema di disallineamento tra domanda e offerta di lavoro: mancano 246.000 lavoratori con elevate competenze digitali”. Il Presidente di Confartigianato ha quindi chiesto nuove politiche e interventi efficaci per far incontrare il mondo delle imprese con quello dei giovani, e un nuovo approccio scolastico che formi le professionalità necessarie per l’evoluzione tecnologica. Figoli ha insistito sull’importanza dell’apprendistato come strumento di trasmissione della conoscenza.

“La carenza di personale qualificato – sottolinea  – è un’emergenza da affrontare subito, soprattutto con un’adeguata politica formativa. Si devono irrobustire le politiche del lavoro, armonizzandole con quelle dell’istruzione e con gli interventi contro la crisi demografica e la gestione dell’immigrazione, fattore non secondario a fronte di una quota di dipendenti stranieri che nelle imprese è pari al 14,8% e che sale al 17,1% nelle micro e piccole imprese”.

Enrico Quintavalle, responsabile dell’Ufficio studi di Confartigianato, ha illustrato il rapporto ‘Alla ricerca del lavoro perduto’ dal quale emerge proprio la crescita del gap tra domanda ed offerta di lavoro, soprattutto se qualificato. Nel 2023 le imprese italiane indicavano difficoltà di reperimento per il 45,1% del personale necessario, pari a 2.484.690 posti rimasti scoperti. A giugno di quest’anno la quota di lavoratori introvabili è aumentata al 47,6%.

Il problema è ancora più grave per le piccole imprese che non trovano il 48,1% di manodopera richiesta, una quota che balza al 55,2% per le imprese artigiane. La ricerca di personale ha tempi medi di 3,3 mesi che possono superare un anno per trovare operai specializzati. Tutto questo per le piccole imprese ha un costo quantificato da Confartigianato in 13,2 miliardi di euro di minore valore aggiunto per le ricerche di manodopera che durano oltre 6 mesi.

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