Il ‘Sigillo di Caterina Sforza’ a Gianfranco Bacchi Comandante per due anni del veliero Amerigo Vespucci

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Forlì – Il ‘Sigillo di Caterina Sforza’ va al forlivese Gianfranco Bacchi, 51 anni. Il riconoscimento della città all’ufficiale della Marina Militare, per due anni Comandante del veliero Amerigo Vespucci, è stato conferito dal Consiglio comunale alla presenza dell’ufficiale, che ha avuto l’onore e l’onere di comandare la gloriosa nave scuola in un periodo particolare come è quello della pandemia.

Il riconoscimento civico rappresenta una forma di encomio e di gratitudine espressa dall’amministrazione comunale a un forlivese che con il suo impegno ha dato lustro alla città e onorato i valori costituzionali. Nel consegnare il premio il sindaco Gian Luca Zattini lo ha salutato così: “Ha ricoperto il prestigioso incarico di comandante del veliero Amerigo Vespucci, gioiello della Marina Militare, considerata la più bella nave del mondo. Nei due anni di pandemia il Vespucci ha assunto un ruolo di unità nazionale grazie alla forza della suo comandante, la sua navigazione per le coste italiane ha cucito l’unità nazionale nodo dopo nodo – come le frecce tricolori nei cieli. In questi due anni ha lanciato un potente messaggio simbolico, di presenza della Repubblica. Siamo onorati di avere ufficiali di questa caratura, e che sia figlio di Forlì da dove ha costruito il suo percorso professionale”.

“Mi sento onorato e invidiato – ha commentato Gianfranco Bacchi – dai miei colleghi, che riconoscono che la mia città mi gratifica più delle città degli altri precedenti comandanti. Sono partito 34 anni fa da Forlì per la Marina Militare, e mi sono sentito un po’ solo perché i romagnoli non sono in Marina, e in generale hanno ancora poca partecipazione al comparto difesa, che vuol dire diplomazia e sicurezza. Si può fare un po’ di più per far abbracciare questi percorsi ai nostri giovani. Quando sono entrato in Marina ero una mosca bianca, ma non ho mai perso il contatto con la mia terra. Mia mamma in cucina faceva piadine per tutto l’equipaggio. Non ho mai svolto la mia attività di comandante in modo ordinario, e l’ho fatto anche al Vespucci, cercando di portare lo spirito indomito della Romagna, coi suoi principi della famiglia, tanto che ho voluto conoscere tutti i membri dell’equipaggio e chiamarli per nome e soprannome, un approccio che ha dato risultati insperati. La Romagna è stata veramente importante negli ultimi due anni sulla nave più bella del mondo”.

Fonte: ForlìToday

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