LA SPEZIA – Fondata nel 1897 alla Spezia per promuovere la cultura del mare, la Lega Navale lancia nel golfo la prima Scuola di vela inclusiva di cui sono strumenti le derive Hansa 303.
L’idea e poi l’impresa nascono dalla sinergia tra Sezione spezzina e la locale Sezione Velica della Marina Militare con il plauso del Comune che promette sostegno.
Il battesimo è avvenuto al Circolo Ufficiali della Marina Militare della Spezia a coronamento di un percorso a cui ha dato impulso, quando era sottosegretaria alla Difesa, la senatrice Stefania Pucciarelli.
La sfida è ora quella di espandere l’operazione formativa, con indubbi benefici per il benessere delle persone alle prese col disagio, negli altri contesti nei quali Lega Navale e Sezioni veliche della MM lavorano in tandem coltivando i propositi che presero forma 127 anni fa alla Spezia grazie a un team di visionari guidati da Augusto Vecchi (più noto come Jack la Bolina) ex ufficiale e scrittore e Attilio Mantegazza (proprietario del giornale La Spezia).
La Scuola di Vela Hansa 303 LNI-MM propone corsi di formazione nautica rivolti a tutte le persone con disabilità fisiche, cognitive e relazionali che desiderino avvicinarsi al mare e allo sport della vela senza barriere. I partecipanti svolgeranno le attività di formazione in sicurezza e saranno seguiti in modo professionale dagli istruttori della LNI e dal personale della forza armata.
Il presidente nazionale Donato Marzano ha dedicato l’iniziativa alla memoria di Roberta Talamoni che tanto si spese anche proprio per questa iniziativa.
Un altro bel capitolo che arricchisce la storia quarantennale della vela solidale nel golfo della Spezia che abbiamo ricostruito con una mostra al Cantiere della Memoria in occasione di Marelibera, il memorabile raduno nazionale che ha visto confluire, e confrontarsi nel golfo, le esperienze di vela inclusiva sparse per la penisola.
Qui alcuni scatti di Alexia Frascatore e l’articolo di Alma Pocci sulla presentazione della nuova scuola di vela e delle speciali barche che abbattono le barriere.
Fonte: Cantiere della Memoria