tAtene: Tanto tuonò che piovve. Dalla Grecia è arrivata, rilanciata da Ship Mag, attento alle vicende internazionali di portualità e logistica, un’altra dura protesta nei confronti dei cinesi, questa volta per i cantieri navali.
‘ l’Associazione greca dei costruttori e riparatori navali e l’Associazione dei cantieri navali di Perama ad essere andate all’attacco dell’Autorità Portuale del Pireo e del gruppo cinese COSCO denunciando una profonda contrazione dei lavori di riparazione navale nel distretto di Perama.
Secondo le due associazioni COSCO avrebbe più volte sottratto lavoro ai cantieri greci “anche in presenza di infrastrutture disponibili” violando “in modo clamoroso il contratto di concessione che non consente la riduzione dei bacini di riparazione, ma promuove invece la fornitura, la consegna e l’affitto di ulteriori infrastrutture e capacità di riparazione navale in aree che attualmente non ospitano attività di riparazione”.
COSCO e Autorità Portuale sono accusate di “aperta violazione delle leggi greche e comunitarie” anche attraverso “l’imposizione arbitraria e l’eccessivo aumento di tariffe a scapito delle aziende locali” un fatto che “testimonia quotidianamente un comportamento colonialista con totale disprezzo per le imprese del territorio”.
Per cui si chiede “l’immediato intervento dello Stato per fermare il comportamento illegale di COSCO e la sua azione distruttiva per le imprese greche e le comunità locali. Il nostro tempo e la nostra pazienza sono finiti. Imprese e lavoratori agiranno gridando: “La Via della Seta finisce al Pireo! I cinesi devono tornare a casa! Non siete i benvenuti al Pireo!!!””.