La Genova portuale “scopre”, oltre il Salone Nautico, quanto vale l’industria degli yacht

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Genova – Lo studio annuale sull’impatto degli yachts sul territorio di The European House-Ambrosetti, presentato a Palazzo San Giorgio, evidenzia l’utilità di ripensare gli spazi nel nuovo piano regolatore portuale.

Sono i dati 2022 e le tendenze 2023, presentati all’associazione Genova for Yachting, a confermare la crescita della nautica professionale genovese, del suo impatto economico e della capacità di creare valore, occupazione e attirare grandi eventi, oltre insomma l’esistente e il Salone Nautico che – si è detto a Dusseldorf – ha sul territorio un impatto economico  di 72 milioni di euro.

Il ragionamento è che le società della nautica sarebbero infatti in grado di attivare circuiti di fornitura e di generare più servizi ad alto valore aggiunto. I dati dicono che un giorno di permanenza di uno yacht di 36-50 metri genera sul territorio ligure un impatto diretto di 2.949 euro delle aziende della nautica professionale, 4.340 di impatto indiretto e indotto sulle filiere economiche attivate in Liguria (un moltiplicatore di 2,5) per un totale di 7.654 euro (moltiplicatore 2,6). Per uno yacht sopra i 50 metri il moltiplicatore arriva a 2,9 tra diretto-indiretto e indotto e a 3,0 tra diretto-indiretto, indotto e catalizzato.  In soldoni si parla di 70 mila euro al giorno, come ha focalizzato il presidente di Genova For Yachting Giovanni Costaguta.

Nel 2022 è di 512 milioni di euro il giro di affari lungo tutta la filiera (+50% sul 2021), 2.540 gli occupati, con un contributo al Pil ligure stimato in 181 milioni di euro. In aumento a 1800 le toccate di yacht e quasi 70 mila le giornate di permanenza tra marine e cantieri. 12 mila i membri di equipaggio che hanno vissuto in città nell’anno.

La tendenza per il 2023 prevede ancora valori in aumento, con 79 mila giornate di permanenza. La crescita dei traffici è concentrata nelle imbarcazioni di lunghezza inferiore (da 15 a 75 metri di lunghezza), e diminuisce per le unità oltre i 75 e poi i 90 metri, cioè nel settore che nel mondo sta crescendo di più.

Al netto della limitazione, per il momento risolta, alla circolazione dei marittimi stranieri in Italia, la causa principale è la scarsità di infrastrutture portuali dedicate: accosti tecnici, marine, bacini mentre il mercato dei superyacht prevede di raggiungere le 7.700 grandi unità naviganti nel 2030.

I soci di Genova for Yachting non hanno dubbi: “Servono spazi, ordine, pulizia e contatto diretto con la città”.

Più nautica dunque e meno merci? Il dilemma non sussiste in quanto “merci e logistica sono di interesse nazionale mentre la nautica professionale è un tema di interesse fortissimo per Genova perché riguarda professionalità locali, subcontractor compresi, nell’arco di un centinaio di chilometri”, chi ha le infrastrutture oggi catalizza il 60% del mercato.

Le attenzioni si sono così spostate sul piano regolatore portuale come “strumento per definire questi spazi”.

La replica del commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Piacenza è stata contestuale: “Abbiamo investito molto sull’area dedicata alla nautica e alle riparazioni navali. Sono previsti interventi per 30 milioni di euro per il rilancio dei bacini portuali, interventi che partiranno entro l’anno. Anzi, pensiamo di uscire con la prima gara per il riempimento tra il bacino quattro e il bacino cinque a febbraio per poi vedere il via ai lavori entro settembre”.

E ha assicurato che “con il piano regolatore portuale le riparazioni navali e le aree di Levante saranno oggetto di riflessione per la riorganizzazione degli spazi. Abbiamo avuto già confronti con gli operatori. A Ponente sul tema delle costruzioni navali ci stiamo ragionando, ma trarre oggi delle conclusioni è prematuro”.

Lo studio è stato presentato a palazzo San Giorgio.

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