Le acciughe che … pagano un ‘dazio’ ittico davanti alle Cinque Terre

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LE GRAZIE – Ha suscitato un interesse diffuso, che va oltre l’aspetto culinario, secondo le attese la mostra sulla pesca a delle acciughe alle Grazie che rientra negli appuntamenti dell’estate di Portovenere.

Crediamo che sia interessante parlarne nel continuare la nostra esplorazione nell’ambito della conoscenza e della cultura del mare riprendendo quanto hanno scritto Corrado Ricci e Jole Rosa nel presentare l’iniziativa al Cantiere della Memoria alle Grazie.

“Il mare ribolle d’argento attorno alle lampare. Le potenti luci hanno fatto la loro parte per attirare i branchi di acciughe, nel cuore della notte. La maggior parte della gente dorme sotto le lenzuola. I pescatori sono invece nel pieno del duro lavoro. Il tesoro inseguito, intercettato e catturato è lì, sotto le stelle e i loro volti bruciati dal sale e dal sole. Vibra, scintilla, saetta in un carosello angoscioso, alla ricerca di una via di fuga. Il sacco che contiene il pesce azzurro sale lento e inesorabile sul peschereccio togliendo forza e respiro alle prede finite nell’abbraccio letale della rete a circuizione. Oggi come mille anni fa, secondo un rituale intriso di sapienza marinara, orgoglio e sudore.

Il dilemma – tutela della specie marina o salvaguardia del lavoro degli uomini? – si scioglie nella ricomposizione della storia che si fa fattore identitario e dimostrazione dell’equilibrio ambientale: questo, alla fine della cattura, non resta scalfito.

Le acciughe pagano un ‘dazio’ ittico davanti alle Cinque Terre. La pesca avviene in un momento particolare della loro vita, quello della riproduzione. A milioni nasceranno dalle uova rilasciate in mare, al largo della costa. Ogni femmina durante la risalita primaverile dalle grandi profondità – attorno ai 200 metri – ne porta in grembo 40mila. Tante acciughe non faranno più ritorno negli abissi. Le loro carni prelibate finiranno fresche sui mercati e poi sulle tavole dei buongustai o nelle arbanelle dove, insieme al sale, matureranno il sapore destinato a dare piacere al palato tutto l’anno.

Così l’epilogo delle fatiche dei pescatori che ancora continuano a prendere il largo e a restare fedeli alla tradizione, nonostante i magri guadagni e le incertezze della professione. Ogni anno, per quattro mesi, nelle notti più buie, col mare clemente, si compie il rito della pesca alle acciughe.

Lo raccontano gli scatti di Roberto Celi e Tiziana Pieri nella mostra allestita, come detto, al Cantiere della Memoria in occasione della salagione delle acciughe promossa dalla Pro Loco delle Grazie.

Fonte foto: Salagione all’perto alle Grazie Cittàdellaspezia

 

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