Marco Gosso, amministratore delegato di Mercitalia Logistics ha comunicato i dati aggiornati, numeri e trend, del trasporto ferroviario delle merci in Italia a Mercintreno, il convegno sul cargo ferroviario italiano, come ampiamente riportato da Supply Chain, finalizzato ad analizzare come si può rilanciare questo settore sempre più strategico del trasporto su rotaia.
Ecco la fotografia dell’oggi in Italia. “Al momento il trasporto ferroviario merci utilizza 500 locomotori elettrici, 200 locomotori da manovra, 20mila carri e 2.800 tra macchinisti e personale di bordo”.
Sulla base di questi numeri Marco Grosso avverte: “È importante che nei prossimi otto anni gli operatori ferroviari in Italia mettano in servizio 1.000 locomotori, 300 locomotori di manovra e 40mila nuovi carri in aggiunta ai rotabili che nel frattempo saranno rottamati. Sarà inoltre necessario che le imprese procedano nella formazione e inseriscano 5.600 nuovi macchinisti, oltre che sostituire quelli che in questo periodo di tempo saranno andati in pensione o si sposteranno in altri settori”.
E ha così proseguito nella sua analisi e nella sua visione: “Oggi le merci che viaggiano su rotaia sono circa il 10%, con una domanda in crescita forte anche di un aumento della produzione industriale e dei consumi”, precisando che “in questo contesto l’accrescimento dell’offerta infrastrutturale non è tutto”.
Secondo il vertice di Mercitalia – si legge in Supply Chain – sarà infatti prioritario disporre in futuro di fattori di produzione che siano in quantità sufficiente e abbiano altresì caratteristiche tecniche adeguate a soddisfare la domanda, offrendo nel contempo servizi attraenti e competitivi rispetto alle alternative di trasporto.
Era ovvio che il tema dominante al forum “Mercintreno”, partecipato da tutti i maggiori stakeholder del comparto, fosse la nuova mobilità secondo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, piano che passerà anche per il trasporto ferroviario merci. Come era atteso che, oltre agli effetti del Pnrr, ci si confrontasse sugli obiettivi del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030 – accanto a questioni aperte come la carenza dei macchinisti, le criticità per le connessioni di ultimo miglio ferroviario – in un momento storico in cui anche i committenti di trasporto merci sono alla ricerca di soluzioni che minimizzino l’impatto dei trasporti sull’ambiente. Con le infrastrutture ferroviarie e la logistica chiamate ad assumere sempre più ruoli da protagoniste.
Prosegue Supply Chain: “Come riportato da Fs News era presente a Mercintreno anche l’amministratrice delegata di Rete Ferroviaria Italiana, Vera Fiorani, che sul piano infrastrutturale ha spiegato come la società stia lavorando su attività di miglioramento della connessione ferroviaria su 13 porti e 10 interporti, con un pacchetto di attività molto rilevanti. E ha ricordato testuale: “Nel 2024 l’infrastruttura ferroviaria sarà molto più disponibile da questo punto di vista, mentre nell’ultimo anno c’è stata una grande esplosione di traffico merci sulla linea adriatica”.
Per Maria Giaconia, amministratore delegato di Mercitalia Rail, gli sforzi che si stanno portando avanti sulle infrastrutture, grazie anche allo stanziamento di cifre importanti, fanno registrare parziali benefici indiretti verso il settore delle merci, dell’intermodalità e della logistica.
“Le aspettative delle imprese ferroviarie vanno nella direzione di un auspicabile aumento della quota parte riservata al rinnovo materiale rotabile. Per il rilancio, per raggiungere l’obiettivo dello shift modale e per rispettare gli inderogabili e sempre più stringenti requisiti energetici e ambientali, sono necessari pesanti investimenti sul rinnovo e sulla modernizzazione della flotta, l’ultimo miglio dei collegamenti ai terminal – i quali rappresentano i colli di bottiglia della catena logistica – e sulla digitalizzazione di tutti i suoi anelli”.