L’incontro in Confindustria tra i rappresentanti degli operatori del Porto della Spezia e il presidente della commissione Trasporti della Camera

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 LA SPEZIA – Il presidente della commissione Trasporti della Camera, Salvatore Deidda, prima della festa regionale dei Fratelli d’Italia a Beverino ha incontrato, con l’onorevole Maria Grazia Frijia, in Confindustria, i rappresentanti degli operatori del Porto della Spezia.

I lavori sono stati introdotti dal presidente di Confindustria Mario Gerini, dal presidente  della sezione logistica Salvatore Avena, sono intervenuti Alessandro Laghezza per gli spedizionieri , Giorgia Bucchioni Agenti marittimi, Bruno Pisano doganalisti e Andrea Fontana, consigliere nazionale di Federspedi.
Deidda ha riferito che la commissione Trasporti della Camera si è data come impostazione quella dell’ascolto di chi opera per consegnare al Paese un sistema portuale competitivo ed efficiente. Le compagnie e le associazioni che sono venute in commissione hanno offerto il loro contributo e il loro aiuto. E si va in questa direzione  per cui dopo l’indagine sul traffico aereo inizierà subito quella sul trasporto marittimo.

A Beverino poi il Vice Ministro ai Trasporti Edoardo Rixi ha spiegato che “occorre una delega del Parlamento per portare a termine la riforma nel giro di un anno perché c’è una grande pressione da parte del mercato e i porti iniziano ad avere qualche problema”.

“Abbiamo necessità di far valere la nostra posizione geografica e la centralità del mare, con gli investimenti dei privati e una tutela pubblica. Ci vogliono gli strumenti: Art non risponde a questa necessità, è slegata dal governo”.

“Non sono per privatizzare i porti. Basta vedere cosa è successo nel Pireo, dove ora comandano i cinesi. In Europa ci sono due modelli di riferimento: quello tedesco, che riguarda pochi scali autonomi tra loro e partecipati dagli enti pubblici e dove si assiste alla prevalenza assoluta di Amburgo, e quello spagnolo, dove una società pubblica gestisce tutti i 46 porti. Penso che anche in Italia potrebbe esserci una società pubblica che gestisca insieme porti e interporti, in coordinamento col territorio. Occorre una tutela pubblica, poi i modelli si scelgono”.

Il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure orientale, Mario Sommariva, da una parte ha detto di  vedere un approccio positivo rispetto a questa agenzia di monitoraggio nazionale, dall’altra ha domandato: ma come si concilia con l’autonomia differenziata?. Per Sommariva la riforma, necessaria per rispondere ai provvedimenti comunitari in fatto di canoni demaniali e competenze, dovrebbe anche valorizzare la doppia anima delle Authority, mantenendole “dinamiche come il privato e rigorose come il pubblico”, una qualità che deve essere interpretata correttamente, ma non combattuta, come è invece avvenuto con la riforma Delrio”.

Il suo è stato quindi un no alla privatizzazione, che obbligherebbe a trasformare in cespiti i beni del Demanio e non terrebbe sino in fondo conto del fatto che i porti sono anche confine di Stato e area doganale. E ancora: “Nei porti ci sono già più investimenti privati che pubblici  per cui non vedo niente da cambiare”.

“I porti devono essere pubblici ha detto Stefano Messina, presidente di Assoarmatori; Beniamino Maltese di Confitarma ha detto che la riforma può essere il punto di partenza rifare la a organica del ministero; per Marcello Di Caterina di Alis,  il privato che vuole investire può farlo, dovrebbero semmai durare di più concessioni per dare garanzie agli investitori.

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