LA SPEZIA – Il conto alla rovescia verso le scadenze del Pnrr si fa sempre più pressante, ma più che il tempo a preoccupare dovrebbe essere la scelta consapevole di ciò che alla logistica e alla portualità (e non solo) sia utile per concorrere alla crescita del sistema Paese.
di Salvatore Avena
La logistica e la portualità oggi più di prima e più che mai sono fattori trainanti dell’economia del nostro Paese ed è possibile affermare che l’efficienza e la competitiva in questo settore sono funzionali e fondamentali per la tenuta e la crescita dell’economia stessa.
Accrescere questa consapevolezza significa in primo luogo avere una visione reale del comparto ma soprattutto diventa un valore strategico comprendere, capire e risolvere i problemi che interessano sia la logistica sia la portualità.
Avere questa consapevolezza significa insomma capire che essa è la conseguenza di sapere che si interviene in un asse portante dell’economia italiana.
Purtroppo la frammentazione di questo comparto, spesso fatto di piccole e medie aziende, e ognuna specializzata in un segmento specifico, non aiuta alla visione di insieme e questo comporta anche per i nostri legislatori ricevere solo spinte parziali sugli interessi da valorizzare.
D’altro canto la stessa politica della rappresentanza associativa, oggi articolata in decine e decine di associazioni datoriali, determina spesso che i temi rappresentati sono solo quelli promossi dalle lobby che generano il consenso associativo anche trasversale, temi che talvolta però non sono quelli strategici per l’intero settore della logistica e della portualità.
Questo limite strutturale delle aziende e della frammentazione rischia di vedere dirottati su questioni non determinanti sia le risorse che i conseguenti interventi attuativi.
Pensiamo al tema della sostenibilità ambientale e della digitalizzazione oggi divenuti estremamente attuali con la politica di sostegno europeo nell’ambito della Next Generation Ue. Facciamo un esempio. Rendere compatibile la sostenibilità, nella visione di insieme che produce risultati conseguenti e concatenati nell’intera catena di approvvigionamento, non può prescindere dal conoscere nel dettaglio quelli che sono gli attori che concorrono nell’intera supply chain.
Se si elettrificano le banchine è necessario che le navi che attraccano siano dotate dei dispositivi idonei a ricevere l’energia elettrica, ma non solo è necessario che le potenze energetiche siano prodotte con sistemi non inquinanti è anche necessario che le potenze erogate in banchina siano in grado di soddisfare le esigenze di una nave commerciale o una nave da crociera.
Gestita questa prima parte è necessario che il contenitore trasportato venga trasferito via treno con un passaggio intermodale o via camion. Nell’ uno e nell’altro caso per far giungere la merce nei magazzini è fondamentale un trasporto sostenibile ovvero su automezzi dotati di carburanti non inquinanti. Una volta giunta la merce nei magazzini la stessa deve essere trattata con mezzi elettrici e avviata nelle catene di produzione o di consegna anche in questa fase con sistemi operativi ambientalmente sostenibili.
In sostanza siamo sicuri che, pur apprezzando ogni investimento teso a salvaguardare l’ambiente, siano poi tutti propedeutici e condizionanti per valorizzare la sostenibilità ambientale dell’intero ciclo della catena di approvvigionamento?
Certo è sempre un buon inizio ma sarebbe tuttavia necessaria per il Governo avere una visione di sistema per l’intera supply chain, e questo potrebbe garantire quanto meno un processo di condivisione e di sensibilizzazione.
Altro tema concorrente da non sottovalutare è la scadenza imposta per gli investimenti del PNNR tema sul quale sia apre un nuovo drammatico rischio, che è quello di dare priorità agli interventi realizzabili entro le scadenze previste e che spesso non coincidono con gli interventi fondamentali e strategici per consentire i progetti di filiera sia nell’ambito della transizione energetica che per quella digitale.
Allora un pensiero è d’obbligo prima che sia troppo tardi e valido nella logistica e nella portualità come in tutti gli altri settori dell’economia: privilegiamo la visione di insieme e di sistema, premiamo e sosteniamo progetti ed investimenti, sia di transizione energetica sia di transizione digitale, che siano utili all’economia a al Paese. Non seguiamo le scadenze ma l’utilità degli investimenti.
Perché spendere malamente e per progetti poco funzionali significa solo accrescere debito pubblico con ulteriore danno alla nostra economia reale.