Roma – Le carenze di semiconduttori che stanno rallentando da un anno la produzione di veicoli – automobili e camion – in tutta Europa si stanno aggravando perché a mancare sono anche i cablaggi.
I cablaggi sono l’insieme di chilometri di cavi con cui viene realizzato un veicolo, la cui produzione è concentrata in particolare nell’Ucraina occidentale. L’industria europea assorbe il 7% delle importazioni di questo componente.
Già Porsche e BMW hanno espresso difficoltà. La prima ha sospeso produzione nello stabilimento di Lipsia, nella seconda a causa di colli di bottiglia nella fornitura, si verificheranno interruzioni della produzione. E pure MAN Truck & Bus avrebbe subito un rallentamento produttivo.
Si apprende da Uomini e Trasporti che “nella parte ovest dell’Ucraina, d’altra parte, ci sono almeno tre società fornitrici di cablaggi come Leoni, Fujikura e Nexans. E di queste la prima ha dichiarato di essere impegnata a «compensare le perdite di produzione» e «le interruzioni nei nostri due stabilimenti a Stryi e Kolomyja, innescate dalla guerra di aggressione russa contro l’Ucraina». Ma non basta perché altre realtà aziendali attive nel settore – le Forschner, Kromberg & Schubert, Prettl, SEBN e la giapponese Yazaki – hanno aperto negli ultimi anni dei siti produttivi proprio in Ucraina approfittando di personale qualificato e a basso costo.
Ma più in generale 22 aziende automobilistiche hanno investito oltre 600 milioni di dollari in 38 stabilimenti in cui lavorano almeno 60.000 ucraini. E la stragrande maggioranza di questi stabilimenti produce proprio cablaggi.
Per risolvere il problema il modo più immediato è quello di aumentare la produzione di altri fornitori, ma a questo scopo potrebbero essere necessari alcuni mesi, anche se in qualche caso l’allerta si era attivata già qualche settimana prima che scoppiasse il conflitto, visto il clima pesante che si respirava.
Fonte: Uomini e Trasporti