Pechino – “Crescita economica stabile e movimentazione nei porti in crescita quanto a flusso di merci da gennaio a marzo 2022”.
A rilevarlo sono i dati ufficiali diffusi dal ministero dei Trasporti che quantificano in 3,63 miliardi di tonnellate la movimentazione del primo trimestre di quest’anno, e quindi in percentuale una crescita del 2,4 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021 e dell’1,6 per cento su base annua. In valori assoluti il dato è imponente: 67,38 milioni di Teus.
Ma c’è di più, soprattutto alla luce del blocco totale di Shanghai, il più grande porto cinese e del mondo, perché sempre secondo i dati del Ministero dei Trasporti cinese nel solo marzo i porti cinesi hanno movimentato merci per 1,27 miliardi di tonnellate e 23,79 milioni di Teus.
A Shanghai intanto la situazione resta drammatica con oltre 26 milioni di cinesi bloccati in casa, lavoro, produzione, trasporti e porto bloccati, con quasi 500 navi ferme nelle banchine o in rada in attesa di eventi. A nulla è ancora valsa l’avocazione della gestione della metropoli da parte del governo centrale di Pechino, città a sua volta alle prese anch’essa con un quartiere centrale di altri 25 milioni di abitanti bloccati per il Covid.
A Shanghai sarebbero utilizzati droni e perfino cani robot con megafoni per controllare l’andamento del lockdown imposto dalle autorità dopo una nuova impennata di casi covid.
Proprio per questo, come documentato da numerosi video e da un reportage del Corriere della Sera, Pechino sta impiegando tutta la sua tecnologia per controllare i sempre più insoddisfatti cittadini della megalopoli.