Nuovo colpo di scena: collaboratori del dissidente Aleksej Navalny giurano che lo yacht a Marina di Carrara è di Putin

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MARINA DI CARRARA – C’è una strada a Sochi, Via Furmanova, che, al numero 10, corrisponde alla sede dell’ufficio del Servizio di protezione federale (Fso), in pratica l’agenzia che protegge il presidente russo Putin.

Che è la stessa che hanno indicato come loro residenza in quella sede molti membri dell’equipaggio del Scheherazade, il mega yacht di 140 metri ormeggiato a Marina di Carrara. Cioè quello che è da un paio di settimane all’attenzione di servizi segreti e media perché apparterebbe al presidente Putin. Conferme e smentite si sono succedute al riguardo.

A sostenere la sua appartenenza a Putin questa volta non è stata una pagina del New York Times ma lo staff di Aleksej Navalny, l’attivista russo che guida l’opposizione al presidente della Federazione Russa.

Ed è stato il Corriere della Sera a riferire che c’è un video, prodotto e curato da Maria Pevchikh e Georgi Alburov, due dei più stretti collaboratori del dissidente, da tempo rifugiati in Lituania, che spiegano come sono arrivati a questa conclusione. Tralasciate le ricerche sulla proprietà dello yacht, spiegano, si sono concentrati sull’identità dell’equipaggio, tutto russo tranne il comandante, il britannico Guy Bennet Pearce.

Tra i membri del personale che lavora sullo Scheherazade ci sarebbero infatti almeno altri dieci membri della stessa agenzia che protegge Putin, alcuni dei quali di “alto rango”. Viene anche riportata la testimonianza anonima di un marinaio dello yacht, il quale ha confermato che il proprietario sarebbe il leader russo.

“Crediamo che ci siano prove sufficienti per stabilire che appartenga a Putin e che quindi vada immediatamente sequestrato”, hanno concluso i due autori del video.

Comunque sia, però, l’atto di proprietà dello yacht, intestato a una compagnia anonima delle Isole Marshall non è stato ancora trovato.

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