“Persone, infrastrutture e flotte”, le tre parole chiave del Zanetti (Confitarma) pensiero

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Genova – “Le imprese chiedono che il Piano mare una volta che sarà definito e lanciato, entri poi nell’agenda del fare e scaricato poi a terra”.

“E noi come Confindustria ci saremo e saremo disponibili per lavorare in modo che efficientemente i contenuti diventino un supporto per la competitività del settore italiano”.

Lo ha detto l’amministratore delegato di Costa Crociere, presidente di Confitarma e delegato presidente di Confindustria per l’economia del mare, Mario Zanetti, a Telenord a margine della terza edizione di Economia del Mare, organizzata da Il Sole24 Ore a bordo di Costa Smeralda.

E ancora in sintesi: “Il tema fondamentale è lavorare sulla competitività dello shipping italiano e poi c’è anche il tema della bandiera. Competitività vuol dire semplificazione, digitalizzazione e vuol dire supporto al rinnovo delle flotte e lavorare sulle infrastrutture che sono fondamentali per lo shipping italiano. Di conseguenza con il migliorare della competitività ci sarà un riverbero anche su quella che sarà la bandiera italiana e la sua importanza ed è importante concentrarsi su cosa sta a monte, ossia lavorare affinché la centralità dello shipping  italiano faccia si che ci si concentri su ciò che ne migliorerà la competitività a livello globale”.

Entrando ancor più nel ragionamento fatto al convegno da Mario Zanetti va rilevato quanto osservato sul calo della flotta di bandire per la quale ha detto che non è una fuga ma un calo significativo sì che fra il 2022 e il 2023 la flotta che batte bandiera italiana sia scesa in termini di stazza lorda complessiva dell’8%: nel 2012 ammontava infatti a 18 milioni, dal 2016 al 2022 ha registrato un calo del 3% annuo. Per cui?  “Credo che sia fondamentale concentrarsi su quello che c’è a monte: ovvero lavorare per mettere al centro dell’economia italiana lo shipping, rendendo prioritario tutto quello che può migliorarne la competitività.”

“Noi ci focalizzeremo su tre parole chiave: valorizzare, risolvere, guidare. L’obiettivo di Confindustria è valorizzare le singole potenzialità di ogni settore dell’economia del mare, risolvere quelli che sono ancora nodi non sciolti, strutturali, che rallentano e non permettono all’economia del mare di sviluppare appieno il potenziale e comunque guidare i processi di trasformazione. E tre sono le priorità da affrontare per raggiungere l’obiettivo: “Persone, infrastrutture e flotte.”

Sulla transizione green Zanetti ha ripetuto il suo appello perché “gli introiti derivanti dall’Ets, sia a livello europeo che di stati membri, non vadano a finanziare cose che non hanno nulla a che fare con la decarbonizzazione e il mare, ma restino, invece, a supportare la transizione verde del settore”.

Quanto alle infrastrutture il presidente di Confitarma ha detto: “Le infrastrutture dell’economia del mare vanno modernizzate e ne vanno anche pensate, progettate e realizzate di nuove che abbiano i porti come nodo fondamentale: non più come elemento “foglia”, ma come elemento centrale attorno al quale le altre infrastrutture possono ruotare e svolgere un ruolo”.

Quanto alle flotte per Zanetti non ci sono solo gli Ets per la transizione ecologica. “La transizione è fondamentale, ma è un gioco che non possiamo giocare da soli. Le istituzioni devono sostenere il modal shift. Se parliamo di autostrade del mare, il supporto odierno che ci si può permettere con i fondi in Italia è di 1,5 euro per chilometro/mezzo: in Spagna si sale a 13 euro”.

“L’economia del mare, lo shipping, è un gioco mondiale. Le navi si muovono, competono a livello globale, i localismi, le regole regionali, il protezionismo costa all’economia di tutti. In un recente report dell’International chamber of shipping si è stimato che oggi i protezionismi valgono quasi 2 mila miliardi di euro, quanto il Pil di una grande nazione”.

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