LA SPEZIA – Nel Porto della Spezia non c’è l’esigenza di modificare il modello di lavoro delle imprese che in base all’articolo 16 della legge si occupano della movimentazione delle merci.
Lo sostiene l’onorevole Maria Grazia Frijia nella sua duplice veste di deputata componente della commissione trasporti e di vice sindaco e assessore al Porto del Comune della Spezia in un intervento pubblicato questa mattina sul quotidiano Il Secolo XIX-La Spezia che il giorno prima aveva riproposto la questione con la presa di posizione delle imprese portuali nelle quali sono impiegati 400 addetti
Insiste l’onorevole Frijia che non c’è, a maggior ragione di procedere a una modifica di modello di organizzazione del lavoro nel Porto della Spezia, in un momento particolarmente complesso per i traffici portuali.
E ancora: il nostro è un sistema che si basa su investimenti che sono fatti da aziende private per cui inserire la normativa dell’articolo 17 (lavoro temporaneo) significherebbe far finire in cassa integrazione i lavoratori quando non c’è lavoro nel porto che si sa è sottoposto a picchi che poi scemano, mentre altra caratteristica del Porto della Spezia e della sua efficienza è stata la grande capacità di flessibilità.
Come dire: caval che vince non si cambia, e a maggior ragione in corso d’opera.
E’ dunque questa, dopo le imprese portuali, un’altra opposizione al disegno del Presidente dell’Authority Mario Sommariva di introdurre la disciplina dell’articolo 17 nel sistema spezzino.