Genova – Sono 8.950 le assunzioni previste in Liguria dalle imprese per il mese di novembre e 28.710 quelle per il trimestre novembre-gennaio.
I dati di novembre sono in linea con quelli registrati nello stesso periodo del 2021 (-360 assunzioni), mentre lo scarto si fa maggiore confrontando i dati trimestrali: tra novembre 22-gennaio 23 sono previste 5 mila assunzioni in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Sempre elevata la difficoltà di reperimento da parte delle imprese liguri, che riguarda il 48,3% dei profili ricercati. La media italiana è al 46,4%, un valore superiore di circa 8 punti percentuali rispetto a un anno fa.
I dati provengono dal bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.
Per quanto riguarda i dati nazionali sono 382 mila le assunzioni previste dalle imprese per il mese di novembre e 1,2 milioni quelle per novembre-gennaio. I livelli della domanda di lavoro delle imprese si mantengono superiori a quelli registrati nell’analogo periodo pre-Covid (+33 mila su novembre 2019, +95 mila sul trimestre), meglio confrontabile con il contesto attuale, influenzato dalle incognite sul piano geopolitico e dalle dinamiche dell’inflazione. Infatti, la flessione registrata questo mese rispetto allo stesso periodo del 2021 (- 82 mila) sconta l’effetto di “rimbalzo” sperimentato lo scorso anno che ha portato a un aumento del Pil del 6,7%.
L’industria programma a novembre 121 mila assunzioni: maggiori opportunità si riscontrano nella meccatronica (20 mila entrate) e nella metallurgia (16 mila), oltre che nelle costruzioni (40 mila). Commercio (60 mila entrate), turismo (51 mila) e servizi alle persone (45 mila) concentrano il 60% delle entrate che si prevedono nei servizi (262 mila lavoratori nel mese).
Il borsino delle professioni per novembre evidenzia a livello italiano la richiesta di 10 mila tecnici di rapporti con i mercati, 9 mila tecnici della salute, 7 mila tecnici informatici, telematici e delle comunicazioni e 5 mila ingegneri tra gli high skills, 41 mila addetti alla ristorazione, 36 mila addetti alle vendite, 25 mila conduttori di veicoli a motore, 15mila operai specializzati nelle costruzioni e nel mantenimento delle strutture tra le professioni low skills.
Cresce ancora il mismatch tra domanda e offerta di lavoro che interessa il 46,4% delle assunzioni che equivalgono a oltre 177 mila profili dei 382 mila ricercati. Mediamente sono necessari 3,9 mesi a trovare sul mercato i candidati di difficile reperimento. Per gli specialisti nelle scienze della vita (difficili da reperire nel 77,5% dei casi) si registrano punte di 7,5 mesi, 5,7 mesi sono necessari per i tecnici della gestione dei processi produttivi (65,6% la relativa difficoltà), 5,4 mesi per i fonditori, saldatori, montatori carpenteria metallica (69,5%) e per gli artigiani e operai specializzati nelle costruzioni (66,7%) e 5,2 mesi per i tecnici in campo ingegneristico (65,6%).
A livello territoriale, 124 mila entrate sono previste dalle imprese del Nord ovest, a cui seguono le imprese del Sud e isole (93 mila), le imprese del Nord est (89 mila, area che manifesta la maggiore difficoltà di reperimento pari al 51,9%) e le imprese del Centro (77 mila).
I contratti a tempo determinato sono proposti a 201 mila unità, pari al 52,6% del totale, in diminuzione rispetto a novembre 2021 (55,1%). Seguono i contratti a tempo indeterminato (77 mila unità, 20,2%), quelli in somministrazione (50 mila, 13,1%), l’apprendistato (20 mila, 5,2%), gli altri contratti non alle dipendenze (16 mila, 4,1%), le altre forme contrattuali alle dipendenze (12 mila, 3,0%) e i contratti di collaborazione (7 mila, 1,9%).