Roma – Esiste un metodo per calcolare la temperatura servendoci del numero di friniti di un grillo e utilizzando una formula matematica. La scoperta risale agli ultimi anni del XIX secolo che mette in relazione il “verso” dell’insetto e il caldo (o il freddo) dell’ambiente circostante.
Quante volte, specialmente nelle calde giornate estive, ci siamo ritrovati immersi nella natura ad ascoltare i suoni che produce, con particolare attenzione rivolata verso il frinito del grillo, un suono che viene utilizzato dagli esemplari maschili per attirare le femmine attraverso lo sfregamento delle tegmine (ali coriacee) oppure sfregando i femori posteriori.
Questo suono, però, può essere utilizzato per conoscere i gradi Celsius della zona, applicando una formula tanto semplice quanto efficace. Prendiamo un esemplare di Oecanthus fultoni, contiamo il numero di friniti in otto secondi e sommiamo cinque. Fine.
Questa relazione è chiamata Legge di Dolbear. Il nome deriva da Amos Dolbear, che nel 1897 pubblicò un articolo intitolato The Cricket as a Thermometer (Il grillo come termometro).
In realtà, questa relazione era già stata osservata da Margarette W. Brooks, che nel 1881 aveva pubblicato un articolo chiamato Influence of temperature on the chirp of the cricket (Influenza della temperatura sul frinito del grillo).
Non sappiamo se Dolbear abbia “rubato” la scoperta a Brooks, ma purtroppo non stupisce che, al tempo, le scoperte di una scienziata donna fossero passate inosservate.
La legge stabilisce anche che la temperatura è più accurata utilizzando la formula quando è compresa fra i 5 ed i 30 °C.