Mariupol (Ucraina) – La diplomazia internazionale al lavoro per far rilasciare la Tzarevna, cargo con bandiera maltese e di proprietà della Vulcania (Fratelli Cosulich), bloccata dal 24 febbraio, giorno dello scoppio della guerra, a Mariupol.
Da allora è attesa a Monfalcone con un carico di bramme, un semilavorato dell’acciaio, destinato all’Italia e in particolare ai quattro laminatoi di acciaio a San Giorgio di Nogaro.
“Stiamo negoziando con la Repubblica del Donetsk per cercare di portare via la nostra nave – ha riferito all’Ansa Augusto Cosulich, presidente dell’omonimo Gruppo – che rischia di essere nazionalizzata, cioè confiscata, e in tal caso il danno economico sarebbe di 20 milioni di euro, 8 per il valore del cargo e 12 milioni per le bramme di acciaio. Danno ipotetico confermato anche ieri pomeriggio nel collegamento con Radio24.
“Lo scenario peggiore – ha dichiarato Cosulich – è di perdere nave e carico, Speriamo di non perdere il carico, che non ce lo rubino e che non ci portino via la nave, ma siamo imprenditori e gli imprenditori hanno i momenti di buio e quelli buoni, ma non siamo tipi che mollano”.
Nel frattempo, arrivano assicurazioni sullo stato di salute dell’equipaggio “che è stato rinfoltito in attesa di ripartire prima possibile”.
“Ma ricordo – aggiunge in ogni occasione Augusto Cosulich – che questa vicenda non è niente di importante, sono solo soldi, rispetto alle cose realmente tragiche come il fatto che questa guerra non sembra avere una fine e che la gente continua a morire. Per quanto riguarda la nostra nave, mese più, mese meno, prima o poi la liberiamo”.
Cosulich, che è anche il console di Malta in Liguria, – ha anche raccontato all’emittente radiofonica di viaggi e di contatti avuti in Ucraina per cercare corridoi via terra, alternativi al mare, per esportare i prodotti dall’Ucraina in Polonia.