LA SPEZIA – Si fa presto a dire Zone Logistiche Semplificate pensate per smantellare ingessature non solo inutili ma anche dannose e per agevolare, di contro lo sviluppo della produttività delle aziende delle quali si ha, in Italia, un grande se non impellente bisogno. A dire! Certo. Ma quando si tratta di passare al fare, continuiamo a farci del male…
di Salvatore Avena
Con il decreto interministeriale del Ministero per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il PNRR e del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 30 agosto 2024 pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale n.226, sono state rese note le modalità e i termini di accesso al contributo sotto forma di credito di imposta per investimenti in beni strumentali a favore delle imprese operanti nelle così dette Zone logistiche semplificate (in sigla ZLS).
Premesso che il rinnovo del Credito d’imposta ZLS per il 2024 rappresenta, in teoria, un’opportunità significativa per le imprese situate nelle Zone Logistiche Semplificate, tuttavia la realtà dei fatti racconta una storia, purtroppo, ben diversa, una storia caratterizzata da ritardi nelle autorizzazioni governative e da disparità di trattamento tra diverse aree del Paese, con la conseguenza che si lasciano molte imprese nell’incertezza e nella difficoltà di pianificare i propri investimenti.
Anche il tanto atteso Decreto Coesione (decreto-legge 7 maggio 2024, n. 60, convertito con legge 4 luglio 2024, n. 95) ha confermato il Credito d’imposta ZLS per il 2024, nonostante ciò, le imprese della ZLS della Spezia e Parma della ADSP del Mar Ligure Orientale sono ancora in attesa dell’autorizzazione che deve avvenire tramite decreto.
Questi ritardi, che sembrano infiniti, mettono, come già evidenziato, non solo a rischio la capacità delle aziende di pianificare i propri investimenti ma finiscono per compromettere la stessa competitività delle nostre eccellenze logistiche e portuali.
Ancora: il provvedimento ha esteso il Credito d’imposta ZLS a Marche ed Umbria (ossia le Regioni in transizione non ricomprese nella Zona economica speciale per il Mezzogiorno – ZES unica) e mantenuto il privilegio alla Zona Logistica Semplificata Porto di Venezia-Rodigino istituita con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) il 6 ottobre 2022. Ma le agevolazioni fiscali confermate per il 2024 risultano però essere limitate a determinate aree con la conseguenza di creare posizioni di favore che escludono gran parte delle imprese del centro e del nord Italia. Con l’aggravante che si tratta di aziende che operano nei porti più performanti per l’import e l’export, le quali, non beneficiano di tali agevolazioni nonostante il loro ruolo cruciale nell’economia nazionale.
Come si vede, tra il dire e il fare, le questioni che si pongono sono molto serie per cui è essenziale che il governo acceleri le procedure di autorizzazione e riconsideri la distribuzione delle agevolazioni fiscali per evitare disparità e garantire un supporto equo a tutte le aree strategiche del Paese.
Solo così si potrà assicurare un futuro prospero e competitivo per l’intero settore logistico e portuale italiano.