In ricordo di Francesco Nerli, successo al convegno a Roma di ShipMag. Mario Sommariva: “Ci mancano moltissimo la sua lungimiranza e la sua autorevolezza, ma anche la sua umanità”

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Roma – Una giornata per ricordare una figura straordinaria che ha lasciato un segno importante nella portualità italiana come Francesco Nerli ad un anno dalla sua scomparsa, un evento organizzato da ShipMag, che ha riunito tantissimi protagonisti dello shipping a Roma con testimonianze esclusive.

Ma è stata anche l’occasione per approfondire il futuro della portualità italiana. Un convegno fortemente voluto dall’editore Franco Mariani che è andato in diretta sul canale Youtube di ShipMag. “E’ stato importantissimo per tutto quello che ha fatto e oggi manca una figura come la sua”, ha spiegato Luigi Merlo, presidente di Federlogistica.

Un ricordo profondo legato non solo alla sua attività professionale ma anche alla sua storia personale come le parole del figlio Gianmaria: “Era difficile far cambiare idea a mio padre, soprattutto in politica”. Oppure l’amico di una vita Ivano Zeppi: “Un’amicizia durata quarant’anni in cui ho apprezzato le sue grandissime qualità umane”.

Tra le testimonianze anche quella di Luigi Grillo che in Senato aveva lavorato a stretto contatto con Nerli: “Eravamo su posizioni politiche diverse ma con lui posso dire che non ho mai discusso ma insieme abbiamo sempre ragionato per trovare la giusta soluzione per la comunità.”

Luigi Robba: “Era un tempo diverso – racconta l’ex segretario generale di Assoporti – Con Francesco Nerli presidente, Assoporti guadagnò un peso diverso. I porti italiani non stavano attraversando un buon momento: con la nuova legge portuale apena entrata in vigore, la portualità italiana doveva compiere un salto di qualità, con legittime nuove aspettative di efficienza ed efficacia. Dovevamo applicare una legge nuova, con una nuova governance. Dovevamo dimostrare di essere un punto di riferimento non solo per i nostri associati, ma dovevamo essere il collante riconoscibile e riconosciuto di tutte le associazioni di categoria del cluster marittimo e portuale. E’ stata unepoca irripetibile, ci siamo conquistati sul campo il rispetto di tutti. Nerli aveva grandi qualità culturali e umanità. Era preparato a mediazioni, ma sempre ben meditate”.

Gino Paoli: “Un uomo che ha dedicato la sua vita ad aiutare gli altri, da un punto di vista umano, ma soprattutto da un punto di visto politico. Una persona sana e pulita, onesta. Perché ha sempre lavorato, con competenza, per il benessere generale. Con Nerli lavorammo insieme nella legislatura 1987-1992, era sempre disponibile anche a spiegarmi qualcosa di più, nel dettaglio. Era una persona aperta alla vita, gli piaceva stare con gli amici. Vale la pena avere amici così».

Mario Sommariva: “Ci manca moltissimo la sua lungimiranza e la sua autorevolezza, ma anche la sua umanità. Ha saputo dare un segnale importante con la sua riforma portuale, penso che avremmo bisogno di lui in questo momento per aiutarci a capire alcuni fenomeni che stiamo vivendo nel nostro settore: la sua capacità di approfondimento oggi sarebbe un aiuto assolutamente prezioso”

Zeno D’Agostino: “Per me è stato un maestro di vita che ha saputo insegnarmi tantissimo dal punto di vista professionale. Grazie a lui ho imparato moltissimo anche a saper gestire le situazioni più complicate. Sono d’accordo con le parole di Mario Sommariva: in questo periodo, così importante per la portualità italiana, la presenza di Nerli sarebbe straordinariamente importante”.

Raffaele Marino: “Sono qui per chiedere scusa a Francesco Nerli. Perché quando la magistratura sbaglia, non paga mai. E’ l’intera città di Napoli che deve chiudere scusa a Francesco e alla sua famiglia. Una città che spesso è stata matrigna con i suoi servitori. spesso puniti soltanto perché avevano voglia di fare. e sapevano fare. Al solo scopo di rendere Napoli una città migliore. Non c’è solo Francesco. Uno dei migliori investigatori che ho incontrato nella mia carriera di magistrato, è stato inquisito e assolto. Antonio Bassolino ha subito 30 processi, e per 30 volta è stato assolto. Francesco è stato vittima di malagiustizia e di una città irriconoscente e indifferente. Quanti hanno voltato le spalle? Quanti si sono voltati dall’altra parte?”

Francesco Munari: “Conobbi Nerli poche settimane dopo l’entrata in vigore della legge 84/94. I porti allora erano enti pesanti, era necessaria grande capacità di azione. Come sarebbe stato facile reagire a quegli stimoli di privatizzazione, ma Nerli capì che le attività di impresa dovevano essere privatizate, ma capì anche che i porti dovevano rimanere in mano pubblica. Lo stesso regolamento dell’Unione Europea conferma il modello attuale delle Autorità portuali italiane. Le Authority non fanno attività di impresa. Non ci sono conflitti di interessi: ci sono interessi molto forti nel nostro settore e se l’arbitro lo fa lo Staro, possiamo stare tranquilli. L’asset di un Paese che non ha materie prime venga controllato da privati, mi fa un po’ paura. E’ facile oggi vedere cosa succede con Tim. Teniamoci il modello che ha disegnato Francesco Nerli e speriamo che in Europa capiscano che il pagamento dei canoni è l’esazione di un tributo. I porti devono modificarsi, è chiaro. Possiamo migliorare la governance portuale? Certo”.

Enrico Letta: “Francesco ha fatto un lavoro incredibile per la portualità italiana in diverse forme e con diversi ruoli. Quello che fatto deve essere trasmesso alle nuove generazioni che devono prendere esempio da persone come lui che hanno fatto tantissimo in un settore importante come quello della portualità”.

Davide Gariglio: “Eugenio Duca è stato il continuatore dell’esperienza di Nerli. E’ grazie anche a loro che abbiamo deciso di difendere lo status pubblico dei porti. Una risoluzione che il Parlamento ha approvato all’unanimità e che il governo di allora ha disatteso. Abbiamo fatto un bel lavoro grazie a quegli incontri, abbiamo difeso i lavoratori, le imprese e le Authority. Abbiamo prodotto norme fondamentali per il settore. Nerli da solo aveva plasmato una fetta importante della nostra economia. Oggi avremmo bisogno di uno come Francesco: oggi il legislatore è chiamato a superare grandi difficoltà. Abbiamo una procedura pendente con l’Europa: il sistema prodotto da Francesco è messo a dura prova. Dobbiamo attrezzarci per difenderlo. Vogliamo evitare concentrazioni che possano ledere la concorrenza nei porti”.

Franco Mariani: “Con Marco Bonistalli, io e Francesco ‘tre amici al bar’, ci siamo frequentati a lungo. Un rapporto nel nome dell’amicizia, del confronto e della visione politica. “Come Shipmag faremo un incontro annuale sulla portualità nel nome di Francesco e seguendo la strada che ha tracciato. L’attualità ? Il contratto unico dei porti, a fronte di una grossa difficoltà delle organizzazioni sindacali, rischia di essere fagocitato dal mondo imprenditoriale. Mi dà fastidio sentire presidenti delle Autorità portuali dire senza problemi che si può cambiare la natura giuridica dei porti”

Fonte: ShipMag

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