Con questo intervento, Giorgio Bucchioni, Presidente dell’Associazione degli Agenti Marittimi del Porto della Spezia, vuole contribuire a fare quantomeno una chiarezza di base sulla Libertà contro la Salute vista come una erronea contrapposizione tra due valori fondamentali della società civile.
di Giorgio Bucchioni*
Assistendo alla quotidiana contrapposizione tra le varie forze politiche e, ingiustificatamente, tra coloro che partecipando alla maggioranza dovrebbero sostenere le loro tesi nel confronto elaborativo delle norme evitando di disorientare i cittadini, avverto il bisogno di dire la mai.
E’ un principio della fisica ma vale anche per la situazione che si è determinata a causa del Covid 19: ad ogni azione o comportamento c’è una conseguenza. Non vuoi vaccinarti? Subirai le limitazioni che il legislatore riterrà necessarie per contrastare la pandemia e i comportamenti individuali o di gruppo che ne favoriscono lo sviluppo non sulla base degli umori di giornata o delle chiacchere al bar ma sulle indicazioni degli scienziati ormai unitari a livello mondiale. Il principio secolarmente consolidato nel mondo occidentale stabilisce che la libertà dell’individuo ha il suo limite in quella altrui.
Allora io trovo molto appropriato che il Governo abbia stabilito regole e limiti nei comportamenti sociali che non devono far gridare allo scandalo della dittatura sanitaria ma devono essere collocati nel quadro generale dell’evoluzione dell’intervento dello Stato: vuoi guidare? Devi avere la patente che ti viene assegnata sulla base di esami; vuoi svolgere una attività produttiva? Devi ottemperare a una miriade di norme sulla salute, sulla sicurezza; vuoi fare lo spedizioniere o l’AEO (Operatore economico autorizzato)? Esami e verifiche sono propedeutici alla patente e al riconoscimento. L’elenco delle attività per cui lo Stato richiede autorizzazioni e impone divieti diventa ogni giorno più pesante ma credo che pochi siano i settori che devono essere affrontati con razionalità come questa pandemia.
Ciò premesso, per le aziende siamo in una situazione curiosa; Confindustria afferma che per entrare in azienda occorre il “green pass” e subito si levano le proteste. La Costituzione prevede che i trattamenti sanitari siano obbligatori solo se previsti dalla legge. Ebbene la tutela della salute e della sicurezza in azienda fa capo alla stessa e la verifica viene svolta dall’Ispettorato del lavoro che irroga le eventuali penalità all’azienda e/o all’imprenditore. Altra curiosità: nelle aziende con mensa liberi tutti oppure obbligo di “green pass” come nei ristoranti?
D’altra parte che la situazione dia grave lo testimonia la dichiarazione del Presidente della Camera dei deputati che dichiara non sottoponibile al “green Pass” i deputati per supposti ostacoli della legge sulla tutela della Privacy, legge che meriterebbe una rivisitazione profonda.
- Presidente dell’Associazione Agenti Marittimi del Porto della Spezia