Le dichiarazioni dei tre assessori e del difensore di Toti dopo l’incontro con il presidente

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AMEGLIA – “Abbiamo trovato Giovanni Toti molto tonico come sempre, senza sorpresa per chi lo conosce, lucido e determinato. Questo ci incoraggia a continuare la nostra azione politica, rispettando i programmi con cui siamo stati eletti”.

Così Alessandro Piana, presidente pro tempore della Regione Liguria, subito dopo tre ore di incontro con il presidente Giovanni Toti attualmente agli arresti domiciliari che ha proseguito: ” Confidiamo, nel pieno rispetto delle parti, che si faccia chiarezza il prima possibile. Il presidente Toti è il primo a volerlo, perché possa tornare al governo della Regione Liguria”.
“Non arretriamo di un millimetro – aggiunge l’assessore Giacomo Giampedrone,  sulla nostra azione amministrativa, nella speranza che la Cassazione possa riportare il presidente nel suo ruolo naturale. Oggi eravamo in tre ma abbiamo rappresentato l’intera giunta. Rivendichiamo con forza il diritto garantito dalla Costituzione che il presidente possa tornare al suo posto. La scadenza del nostro mandato è a settembre del 2025 e non c’è altra prospettiva. Aspettiamo l’esito del riesame e della Cassazione. Non si discute minimamente l’agibilità politica del presidente. Indipendentemente da ciò che sceglierà  della sua vita privata una volta tornato, la Lista Toti ha una sua agibilità piena e ha titolo, con o senza Toti candidato, a portare avanti la sua agibilità politica”.
Per l’assessore Marco Scajola “Toti è amareggiato ma rimane combattivo e convinto del suo ottimo operato nell’interesse dei liguri e della Liguria. Non abbiamo parlato di dimissioni, ma di proseguimento dell’azione secondo il mandato che ci è stato dato dai cittadini nel 2020. Ci auguriamo la magistratura possa svolgere il proprio compito il prima possibile. Giovanni ha il diritto di governare ma anche il dovere di governare”.

Era presente anche l’avvocato Stefano Savi, difensore di Toti che, in margine alla conferenza dei tre assessori, ha respinto, ai microfoni di Telenord, la prospettiva di un “asso nella manica” della Procura: “La logica del processo non è quella del poker, Toti è stato seguito per anni dalla Procura e sono emersi due filoni, siamo lontani dal gioco a sorpresa nel quadro delle garanzie costituzionali. A mio avviso la dialettica tra accusa e difesa si confronta su esistenza di certi presupposti, vedremo che cosa ne pensa il Riesame”.

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