Polonia, filtraggio e vongole: come Varsavia “testa” l’acqua potabile

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Varsavia – In Polonia esiste un impianto in grado di rilevare sostanze nocive all’interno dell’acqua. Fino a qui tutto normale, se non fosse che a testare la qualità delle acque cittadine sono otto vongole.

Nella capitale polacca esiste un impianto idrico, noto come Gruba Kaska, che è diventato famoso nel mondo per un modo non proprio convenzionale di test della qualità dell’acqua. Nasce da un’idea di Piotr Domek che per oltre trent’anni ha lavorato a questo tipo di progetto.

Il suo funzionamento è tanto semplice quanto geniale; vengono utilizzate otto vongole connesse a dei sensori collegati a dei computer ai quali inviano dati. Nel momento in qui il mollusco rileva sostanze potenzialmente dannose (metalli pesanti, pesticidi o altri inquinanti) il suo guscio si chiude.

Domek, insieme ai suoi colleghi, raccolgono questi molluschi negli ambienti naturali e, attaccando una bobina ed un magnete al guscio della vongola, sono in grado di rilevarne i movimenti. Nel preciso momento in cui si avverte un movimento ed il guscio si chiude, l’impianto idrico cessa immediatamente di erogare acqua perché significherebbe che sono state rilevate sostanze nocive.

L’impianto si erge sotto il letto del fiume Vistola ed utilizza proprio questo animale data la sua nota sensibilità all’inquinamento; non esiste computer in grado di rimpiazzarlo ed anche se la sua vita media è di cinquant’anni non resta in servizio per oltre tre mesi al termine dei quali viene sostituito.

“Queste creature senza pretese si prendono cura della sicurezza di milioni di persone a Varsavia. Ho visto una certa metafora in questo, ma allo stesso tempo un ottimo soggetto da una prospettiva cinematografica”, ha affermato Julia Pelka, regista del documentario ‘Gruba Kaska’.

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