Porto della Spezia: rimesso in moto il processo di sviluppo dall’accordo tra Autorità di Sistema e Lsct alla presenza del sindaco della città

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Il via già da questo settembre il cronoprogramma che in soldoni “smobilizza” investimenti, pubblici e privati ,che ammontano a 300 milioni di euro

di Enzo Millepiedi

Sarà la potenza delle coincidenze o sarà altro, sta di fatto che quello che è già stato definito un accordo storico – attributo che i fatti ovviamente dovranno confermare ma questa mattina i dubbi erano relegati fuori della porta – tra Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale e La Spezia Container Terminal. Atto firmato dal presidente Mario Sommariva e dall’Amministratore delegato Alfredo Scalisi, alla presenza del sindaco della città Pierluigi Peracchini, con il quale in sostanza “parte la prima pedina del domino con il quale, pezzo dopo pezzo, si giungerà alla realizzazione sia del Piano Regolatore Portuale sia del Progetto di Waterfront”, e che è avvenuto a luglio, lo stesso mese, ma del 1890, nel quale il sindaco di allora consegnò al porto la Calata Paita. Simbolo materiale di quella cessione il pennino usato per la firma ora costudito in una teca e mostrato in conferenza. Quella stessa che si può dire da oggi comincerà a tornare alla città. Queste le prime due fasi della ripartenza di un processo che si era arenato e che, cambiate le condizioni, si è rimesso in moto.

Atto primo: dal prossimo gennaio 2021 i primi 5mila metri quadrati di Calata Paita torneranno appunto alla città mentre a settembre di questo 2021 partiranno i lavori per il nuovo molo (pennello) per l’attracco delle navi da crociera, molo che, inserito nel PNRR, dovrà essere ultimato entro il 2026.

Atto secondo: a settembre 2023 Lsct consegnerà all’Autorità di sistema portuale gli altri 42mila metri quadrati per la realizzazione del Waterfront. l’accordo impegna quindi l’Authority di Sistema a completare lo spostamento delle marine del canaletto, procedere alla realizzazione del dragaggio dei fondali per portare a 15 metri il canale di accesso e il terzo bacino. E’ così che Lsct potrà anticipare la costruzione della banchina e del piazzale in zona canaletto, mentre i lavori sul molo Garibaldi non saranno più ostativi e potranno essere iniziati successivamente.

Raggiunti i protagonisti dell’accordo che disegna quel futuro del porto e della città che era rimasto prima sospeso poi ibernato in attesa dei tempi. Che come si è visto sono arrivati per gettare le basi del nuovo terminalismo alla Spezia.

Tanto è vero che il Presidente Mario Sommariva nel commentare l’accordo appena firmato in Autorità Portuale ha detto, tra l’altro, che “con esso raggiungiamo un traguardo per il rilancio delle attività del più importante terminal del nostro scalo e per l’avvio del waterfront cittadino, senza dimenticare che il tutto deve rientrare in una cornice di progressiva sostenibilità e tra due anni si potranno vedere i primi risultati per il lancio dei traffici in chiave ecocompatibile”.

Per Alfredo Scalisi è stato volutamente stabilito e sottoscritto un cronoprogramma che richiede il massimo impegno di tutti e che vedrà il suo completamento in linea con quanto previsto dalle indicazioni del PNRR, per un porto sempre più connesso, aperto e integrato con il tessuto urbano e cittadino”. In soldoni, gli investimenti rimessi in corsa ammontano, tra pubblici e privati, a 300 milioni di euro.

Nella foto: Alfredo Scalisi, ad La Spezia Container Terminal, stringe la mano a Mario Sommariva, presidente dell’Authority, alla presenza del sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini

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