Roma – É proseguita contro il caro carburante (e altro) la protesta dei camionisti che partita dalla Puglia, da Bari, dal Salento e dal Tarantino, si è diffusa prima in Sicilia e in Campania e in altre regioni e potrebbe estendersi anche al centro e al nord Italia, come già accaduto davanti al porto di Ravenna.
In Sicilia ad aderire al blocco sono soprattutto gli autotrasportatori di frutta e verdura e di derrate alimentari in genere con il presidente della Regione che ha chiesto di essere ricevuto a Palazzo Chigi.
Sulla Statale 96 e nella zona industriale di Altamura, nel Barese, i camionisti manifestano contro il caro carburante bloccando 600 mezzi.
Gli autotrasportatori chiedono il calo delle accise sul gasolio e una riduzione della pressione fiscale, sconti autostradali e il riconoscimento del lavoro come usurante.
Il caro-carburante e l’aumento dei costi di gestione stanno mettendo in ginocchio il settore. Quello dei camionisti è in sostanza un grido di aiuto.
E intanto sempre in Puglia si sono fatti sentire i panificatori che in conseguenza dei blocchi non ricevono più la materia prima per produrre pane e altri generi di prima necessità.
Dicevamo che la protesta potrebbe anche estendersi, come accaduto davanti al Porto di Ravenna con il fermo di almeno duecento Tir.
Ma ora che la protesta degli autotrasportatori stava per occupare i titoloni di prima pagina, l’invasione dell’Ucraina potrebbe influire nella scala delle priorità anche se i problemi restano anzi potrebbero aggravarsi sia per i rifornimenti dall’estero del gas e in prospettiva anche del grano.