Il responsabile di Ast Cisl della Spezia interviene sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilenza partendo dalla citazione di Primo Levi: “Se non ora, quando?”
Intervento di Antonio Carro
Mai come in questo momento il futuro dipende da ciò che sappiamo fare e da ciò che facciamo oggi. Ed è proprio il caso di ripetere, con Primo Levi, se non ora quando? Ci sono infatti tutte le condizioni per quella svolta che ci chiama tutti, ma proprio tutti, alla responsabilità per quello che dobbiamo alle nuove generazioni ma anche al nostro presente, al tempo che ci è dato.
E’ la visione di un New Deal che, grazie al cambio di passo dell’Unione Europea, siamo chiamati a costruire con le risorse messe a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilenza per una transizione che sia effettivamente verde, digitale e sociale. Un Piano Nazionale che coinvolge, a tutti i livelli, Paese e città, pubblico de privato, lavoratori e imprese. La ripresa c’è, ed è anche consistente, bisogna però che sia a beneficio di tutti. Quell’aggettivo sociale non è un accidente, un’aggiunta al verde e al digitale ma è sostanza.
Invio questo mio intervento perché anche quest’ anno abbiamo ritenuto di sospendere in via precauzionale la tradizionale festa della Cisl della Spezia, in quanto non ancora completamente fuori da questa pandemia tragica e insidiosa, contro la quale dobbiamo tenere alta la guardia e ultimare il ciclo vaccinale per tutta la popolazione e nei luoghi di lavoro.
Dicevo della responsabilità ad ogni livello. Ebbene sia chiaro che la ripartenza di tutte le attività produttive è la priorità del nostro sindacato.
Per questo riteniamo indispensabile reiterare il blocco dei licenziamenti, provvedere urgentemente alla riforma degli ammortizzatori sociali in senso universalista, accompagnati però da vere politiche attive del lavoro che ci portino ad una occupazione di qualità attraverso percorsi formativi mirati.
Sono obiettivi necessari per iniziare quella transizione sociale indicata dal PNRR del quale vanno contestualmente attivati tutti i finanziamenti da utilizzare bene e onestamente nei tempi previsti e al massimo di quelle capacità che sono il nostro patrimonio di intelligenze e di competenze. Ci sono le risorse ma ricordiamoci che il raggiungimento degli obiettivi dipende soprattutto da noi, dalla nostra ben disposta psicologia collettiva.
In questo quadro e in questa sfida, la nostra provincia e la nostra città, credo, abbiano tutte le condizioni per essere parte integrante di questo Piano e dunque di questo sviluppo.
Mi limito a citare alcuni importanti e noti asset di riferimento.
Con lo con lo sviluppo degli assetti strategici quali Polo della Difesa e Arsenale, Base navale, Cantieristica, Grande Nautica e Nautica da diporto che hanno dato vita al Miglio Blu, Porto commerciale e Stazione Crocieristica, Turismo e Commercio, Comuni, Enti e Associazioni di categoria impegnati nella valorizzazione delle bellezze del nostro territorio, sono pronti ad avviare la nuova fase di crescita qualitativa che porti e accresca nuova occupazione e una ricchezza diffusa.
Siamo dunque, nel nostro local, in perfetta sintonia con il Piano di Ripresa e, come la nostra storia ci insegna, capaci di quella originalità innovativa che ha segnato svolte significative del nostro territorio.
Ci occorre però realizzare le opere infrastrutturali: dalla variante Aurelia, per la quale sono stati riaperti i cantieri del terzo lotto, alla linea ferroviaria Pontremolese, che con il finanziamento del progetto della galleria di valico da parte del CIPESS segna, finalmente, un vero passo avanti, e ancora dal significativo accordo tra Lsct e Authority, con l’intervento del sindaco, che sblocca la situazione di stallo su Calata Paita e Terzo Bacino e apre una nuova fase sia del concept di terminal sia del rapporto con la città, fino all’imprescindibile costruzione del nuovo ospedale del Felettino, per un servizio sanitario all’altezza delle attese di tutta la comunità.
Si ha sensazione di trovarci al posto giusto nel momento giusto anche per il fondamentale capitolo del PNRR sulla transizione energetica nell’ambito del quale si è arrivati a firmare l’accordo tra Authority, Enel e Snam, due player mondiali, nella prospettiva di ricadute positive anche per il futuro, appunto, energetico della nostra città.
Condivide la Cisl le preoccupazioni di una transizione che deve andare di pari passo nella sostituzione progressiva, per step, del vecchio con il nuovo, pena altrimenti una desertificazione che sarebbe l’esatto contrario di quello che vuol dire la parola transizione, cioè passaggi equilibrati graduali, come ricorda spesso il presidente dell’Authority Mario Sommariva.
Quanto alla transizione digitale c’è ancora molto da fare, per esempio rispetto ai porti del Nord Europa, ma nella consapevolezza che alla Spezia rilevanti sono i risultati conseguiti in questi ultimi anni a cominciare dalle imprese di servizi portuali che hanno avviato, con la Dogana e le altre istituzioni, il Centro Unico dei Servizi a Santo Stefano Magra, unico di nome e di fatto perché al momento ancora primo, e perfettamente funzionante, esperimento in Italia.
La transizione non può essere né precipitosa ma neppure immobile. Per questo la Cisl aveva espresso la sua non contrarietà alla trasformazione della centrale a turbogas per traguardare alla Green Economy e contribuendo a dare nell’immediato risposte concrete al fabbisogno energivoro del Paese.
In conclusione la Cisl chiede un vero Patto per il Lavoro formato e sottoscritto da tutte le parti sociali e le istituzioni, che consenta, ma davvero, di non lasciare indietro nessuno e che ponga un argine fino ad impedire, programmando insieme un rientro, l’ulteriore allargamento della fascia di povertà in cui sono caduti – teniamolo ben presente – molti nostri concittadini.