Roma – Secondo Federtrasporti per fare fronte alla carenza crescente di autisti occorre individuare «soluzioni che puntino soprattutto sulla formazione, sulla facilitazione dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro, sull’avvio di percorsi in grado di avvicinare i giovani al volante di un camion.
Ma è anche necessario lavorare sul miglioramento dell’immagine della professione, spesso preda di quei luoghi comuni che disegnano i camionisti come vestiti con canottiera, dotati di pance prominenti, prodotte da scorpacciate in trattorie per camionisti, celebrate anche da programmi televisivi poco edificanti per la considerazione del settore.
A dare queste indicazioni è stato il presidente del Gruppo Federtrasporti, Claudio Villa, in audizione davanti alla Commissione Lavoro della Camera.
Claudio Villa ha rilevato9 che oggi manca nell’opinione pubblica la percezione dell’utilità sociale ed economica della professione di autista, il fatto cioè di essere una pedina insostituibile all’interno di un meccanismo distributivo delle merci che non può fermarsi, nemmeno nei giorni più statici del lockdown.
Una percezione contrastata anche da una tendenza culturale che ha introiettato in chi acquista online la convinzione che il trasporto sia compreso nel prezzo.
E ha illustrato cinque soluzioni pratiche – quasi tutte ininfluenti per la finanza pubblica – come riferisce “Uomini e Trasporti”, per rendere più attrattiva la professione di autista, che sono le seguenti:
- Abbattere i costi della CQC, prevedendo che parte della teoria e tutta la pratica sia svolta all’interno delle aziende. In questo modo si otterrebbe il vantaggio non solo di abbattere i costi (in quanto diminuirebbe per i candidati il monte ore da frequentare), ma anche di ridurre la distanza tra domanda e offerta di lavoro.
- Prevedere una corsia preferenziale per far assumere dalle aziende di autotrasporto lavoratori di società in difficoltà o impiegati in settori produttivi in crisi, agevolando loro l’ottenimento di una patente superiore con incentivi pubblici e formazione nelle aziende, alle quali potrebbe essere azzerata la contribuzione previdenziale per tre o più anni, a prescindere dall’età.
- Diminuire almeno a 20 anni l’età minima per acquisire le patenti superiori per saldare il tempo tra la fine degli studi e l’opportunità di salire in cabina.
- Prevedere nella riforma degli istituti professionali un corso dedicato alla logistica e al trasporto merci, per accompagnare i giovani non soltanto verso la professione di autista, ma anche verso quelle professionalità sempre più richieste e sempre più carenti all’interno del comparto, contemplando anche in questo caso un tirocinio presso le strutture aggregative (consorzi e cooperative), che da sempre sono state palestra e «scuola» di imprenditorialità.
- Prevedere un credito di imposta di almeno il 50% per le società di produzione cinematografiche che scelgano di realizzare film o serie TV che abbiano come protagonisti conducenti di camion o che siano ambientati all’interno del mondo del trasporto merci su strada.