Confetra: “Senza la costruzione di un ambiente Logistics friendly, il Paese rischia di diventare un nastro trasportatore strumentale alle esigenze trasportistiche altrui” altrui”

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Roma – “Logistica, infrastrutture, mobilità e trasporto merci sempre più decisivi per la competitività dell’economia nazionale”. E’ stato questo il tema conduttore dell’Agorà 2021 di Confetra in svolgimento a Roma nella Sala del Tempio di Adriano, dopo la festa del 75° compleanno della sera prima.

di Enzo Millepiedi

E su questo punto non è stato sollevato nessun dubbio da parte di tutti gli intervenuti, relatori e ospiti che a a vario titolo sono presenti alla  “due giorni” voluta dal Presidente Guido Nicolini con in agenda due eventi: i 75 anni di vita della Confederazione e gli appuntamenti con il PNRR che vuol dire con la visione di oggi proiettata sul futuro dell’Italia.

Sì perché,  come ha sottolineato, nella relazione all’assemblea lo stesso presidente, “quanto in un’economia interconnessa e in un Paese privo di materie prime e che esporta semilavorati e prodotti finiti, la competitività della logistica sia un asset fondamentale della competitività dell’intero Paese, della sua manifattura, delle sue strategie di posizionamento nel Commercio internazionale e sui mercati globali”

Punto questo ripreso e sviluppato nei due interventi di inquadramento svolti, per la parte trasportistica da Ennio Cascetta, professore ordinario di Pianificazione dei Sistemi di Trasporto all’Università Federico II di Napoli, e per la componente industriale da Massimo Deandreiis, presidente del Gruppo Economisti di Impresa (Gei), concordi nel messaggio di “quanto logistica e manifattura debbano ripensarsi congiuntamente come un’unica filiera strategica in grado di proiettare i bisogni e le potenzialità del Paese nel Mondo. Necessariamente all’insegna della sostenibilità e della regionalizzazione delle catene del valore globali”.

Su “Logistica green, Logistica digitale, connessioni, scenari di mercato” sono stati quindi i  quattro pilastri sui quali si è retto il confronto tra Zeno D’Agostino, presidente dell’Associazione Europea dei Porti, Marcello Minenna direttore di Dogane, Vito Grassi, vice presidente nazionale di Confindustria, e con il contributo di  Fabrizio Dallari.

Che si sono trovati, come si è visto, tutti d’accordo su un punto che è questo: “Senza la costruzione di un ambiente Logistics friendly, il Paese nel migliore dei casi rischia di diventare un nastro trasportatore strumentale alle esigenze trasportistiche altrui”. E che quindi occorre semplificare e in fretta il quadro di regole che sovraintende le attività di trasporto merci, dare competitività e attrattività alle nostre “reti” ed ai nostri “hub”, puntare sul consolidamento aziendale in un comparto che sta cominciando ad entrare nella considerazione che gli è dovuta nell’ambito del sistema Paese. Non si tratta solo del pur fondamentale tema delle infrastrutture.

Basti pensare – e bastano quattro numeri per capirlo: è un comparto che conta 110 mila imprese, 1 milione di addetti, che genera 80 miliardi di euro di fatturato annuo, cioè il 9% del PIL del Paese. Non è neppure pensabile che il Paese non de debba tenere conto, e nel conto dovuto, nel presente certo, ma per il futuro.

Tanto che la presidente della Commissione Trasporti della Camera, Lella Paita, partendo da come il Covid abbia spazzato via la subcultura della decrescita felice ha parlato del Paese che “vuole rimettersi in cammino, ha voglia di crescere e di riprendersi il proprio futuro, per il quale la Logistica di questa stagione storica può e deve essere protagonista”.

Nando Pagnoncelli, presidente di Ipsos, ha poi presentato un aggiornamento del focus sul sentiment degli italiani rispetto alla ripresa ed al PNRR, evidenziando quanto sia cresciuta in questo ultimo anno e mezzo la considerazione diffusa verso il Settore e la sua strategicità, ma anche quanto ci sia ancora da fare per dare definitivamente alla logistica il giusto peso economico nell’immaginario collettivo degli italiani.

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